giovedì 24 luglio 2014

                        NON ARRETRARE, CARICA!




La questione sociale e politica delle classi subalterne, non è una giusta motivazione per manifestare.
No! E' un problema di "ordine pubblico". Le classi subalterne sono uno strato sociale da monitorare, da intimidire, da reprimere.
E' cosa risaputa, se devi reprimere devi farlo bene. E lo stato capitalista, macchina efficiente della repressione, non viene mai meno al suo ruolo. Anzi si migliora.

In vista del "terrificante autunno di lotta" i reparti antisommossa avranno a disposizione spray al peperoncino e telecamerina sulla divisa (già sperimentata per filmare i pericolosi soggetti scesi in piazza il 28 Giugno).
Tutto ci appare molto chiaro, non è altro che una nuova stretta repressiva nei confronti delle migliaia di persone che hanno deciso di sfidare apertamente il capitale, di non stare più ai suoi ricatti, di provare a sentirsi liberi.
Un altro mattone nel muro.

Da marxisti rivoluzionari non possiamo far altro che prenderne atto, anzi, lo facciamo a cuor sereno.
Non ci meraviglia affatto. Ai militanti il danno, al padrone di turno il servizio.
Una cosa soltanto però, quando verrà il turno delle masse, quando saranno loro a presidiare le piazze di certo rideranno dinanzi all'obbiettivo... e non arretreranno.
Oggi bardati e coperti, domani a brutto muso.
Oggi servi e repressi, domani liberi ed eguali.
"Ich war, ich bin, ich werde sein".


domenica 20 luglio 2014

VOGLIAMO RICORDARLO COSI'...





Ricordiamo oggi un simbolo della lotta anticapitalistica, un compagno morto sulla strada della rivolta ad un sistema che di umano non ha niente, divoratore di uomini in nome del profitto.
Ciao Carlo, conosciamo bene la strada da seguire.
Ogni altra parola è superflua.

martedì 15 luglio 2014

             LA SUBDOLA PROPAGANDA BORGHESE


Ci capita spesso durante il confronto politico di sentirci rivolgere, da comunisti, alcune accuse totalmente campate in aria, frutto molto spesso di ignoranza e soprattutto di mirata propaganda borghese. Come di consueto, di scarsa fattura.
Durante un volantinaggio, durante le iniziative della liberazione (troppo spesso strumentalizzata dalle forze borghesi e moderate) o perfino durante un "giro" nei ritrovi abituali dei lavoratori, proletari, disoccupati e marginali ci sentiamo appellare come dittatori, calpestatori della libertà, freddi calcolatori sociali. Ci viene da dire "chi più ne ha, più ne metta!"
Non ci sorprendiamo se è direttamente la borghesia a rivolgerci tali accuse, ma da leninisti e portatori di coscienza di classe, sentirle dai proletari e dagli sfruttati, senza ombra di dubbio ci fanno riflettere.

IL COMUNISMO E' UNA CRIMINALE DITTATURA?

"Ancora oggi sul comunismo l’Occidente fa fatica ad accettare e riconoscere la verità storica. L'ideologia comunista è la più criminale e disumana nella storia dell'uomo"
                                                                                                                        S. Berlusconi.

L'ideologia dominante è sempre stata l'ideologia della classe dominante.
                                                                                                                         K. Marx.

Non è un caso se partiamo da queste due affermazioni, che a rigor di logica offrono la soluzione al problema posto in precedenza.
Partiamo quindi da un presupposto marxista, l'ideologia dominante è quella della classe dominante.
Nel sistema capitalistico la borghesia, detentrice dei mezzi di produzione, è la classe al timone ed in quanto tale investe con la sua ideologia tutti gli strati sociali, proletari compresi o meglio per primi. La borghesia, oggi più che mai, ha bisogno di guadagnare i larghi strati proletari alla sua ideologia, alla sua causa : crisi sistemica e coscienza di classe le causerebbero non pochi problemi.
Sappiamo bene negli strati sociali proletari da chi vengono somministrate queste dosi di falsità, ma oggi ci esimiamo dall'accusare le burocrazie al servizio del padrone. Quello che ci interessa è mettere in luce le falsità di tali insinuazioni, attraverso i punti salienti di un dialogo fatto con un operaio edile davanti ad una birra.

La dittatura del proletariato, il comunismo, al di là della potenza immaginaria del nome non è una dittatura, anzi è la più grande delle democrazie.
Perchè?
Perchè non rappresenta il dominio dei pochi sui molti, rappresenta il dominio della maggior parte della società su una minoranza.
Che minoranza?
Gli industriali, i banchieri, in generale i capitalisti. Quelli che detengono la proprietà privata dei mezzi di produzione.
Ma che è 'sta proprietà dei mezziiii... de che?
La proprietà privata dei mezzi di produzione. Un esempio? Hai presente quella fabbrica là, quella che ha chiuso ed è stata delocalizzata...
Si un sacco de gente è rimasta senza lavoro!
Ecco, ci siamo. A causa di una caduta di profitto. In pratica il padrone stava guadagnando di meno, ma non stava sul lastrico. Per guadagnare di più ha preferito spostare la fabbrica in un altro paese, sottopagare i nuovi lavoratori e buttare in mezzo alla strada tutti lavoratori che vi lavoravano in precedenza. Per il guadagno del singolo, ci rimmettono in molti.
Ho capito ma la fabbrica è la sua?
Ed è questo il problema. Dopo aver usufruito del lavoro degli operai, dopo essersi riempito le tasche con il loro sudore, li ha scaricati lasciandoli senza un futuro, con mogli e figli a carico. Te pare giusto?
NO! Se me dovessero licenzià so cazzi...
Appunto, hai anche una certa età ed è difficile trovare lavoro.
Purtroppo... e quindi in alternativa?
L'alternativa di fondo è la democrazia dei lavoratori, il comunismo.
Ma il comunismo è 'na dittatura, hai visto che fanno?
Cha fanno?
Comanda solo lo stato, devi fare tutto come dice lui, anche nella vita!
Questo non è vero, non è proprio così. Premetto che il comunismo o meglio nella prima fase il socialismo non è in realtà come lo stai immaginando. Ammetto che per esempio in URSS o a Cuba ci sono stati e ci sono dei problemi, dovuti soprattutto a degli eccessi burocratici e fortemente "partitici".
Comunque con una economia pianificata, anche con tutti i difetti che può presentare ci guadagneresti ugualmente. Lavoro, sanità, servizi vari, scuola gratuita.... ne vedi da queste parti?
NO, non ne vedo... anzi se paga tutto. Ma allora a Cuba se sta bene?
Diciamo che si sta meglio che da noi, vedi ad esempio la sanità. Ma si potrebbe stare molto meglio, se il potere passasse direttamente nelle mani dei lavoratori... purtroppo la forte presenza della burocrazia fa sì che i lavoratori non abbiano un pieno potere politico... però hanno comunque dei vantaggi che il capitalismo, la proprietà privata dei mezzi di produzione, non può consentire.
Quindi in questi paesi c'è il comunismo?
Non proprio, secondo il mio concetto di comunismo. Diciamo che è uno stato dei lavoratori con dei difetti. Secondo me i lavoratori di questi paesi dovrebbero detenere il potere politico.

Ma io ho sentito altre cose...
Grazie, devi cosiderare chi te le dice...
Al telegiornale, i politici...
Eccerto, fanno parte di questo sistema! lo devono difendere, hanno anche loro degli interessi. Secondo te perchè vai in giro con una Uno con il fascione penzolante e ci stiamo stoccando una birra? Secondo te i politici, i padroni, i ricchi di ogni specie stanno facendo questo? C'hanno pure loro la Uno?
Ma quale Uno... 'na bella sportiva...
E allora...
Mesà che che è come dici tu... Comunque è interessante ne riparliamo. Sul serio. Mo' devo 
andà...

Abbiamo riportato questo stralcio di quotidiano discorso ( ben più lungo nella realtà) e propaganda subalterna per evidenziare come i proletari in genere, abbocano alle idiozie della borghesia. Con un minimo di ragionamento è stato possibile far vedere la realtà al nostro interlocutore, anzi neanche questo, è soltanto la nebbia che si è diradata. Il "lavora, consuma, crepa" funziona benissimo, anzi alla perfezione. L'unico antidoto alla nebbia della borghesia è la militanza comunista, fatta di attività quotidiana (anche in maniera informale là dove mancano concrete possibilità), di sacrificio e di dedizione.                         
                                                                                                        PCL Frosinone.

domenica 13 luglio 2014

                LA DELICATEZZA DELL'ANTIFASCISMO  



L'elezione al parlamento europeo di Marina Albiol Guzman, rappresentante di Izquierda Unida e del PCPV, ha entusiasmato molti a causa della maglietta antifascista indossata.
Non ci interessa criticare l'abbigliamento dell'eurodeputata o lei personalmente, ma il significato profondo di quel gesto e di quel simbolo, a nostro avviso del tutto fuori contesto.

Siamo certi dei buoni propositi dell'eurodeputata, ma il messaggio che ne scaturisce è fuorviante per le nuove generazioni che si avvicinano all'antifascismo. Chi ha deciso di combattere il fascismo con la militanza sa a cosa ci riferiamo.                                                                                                     Avendo subito pestaggi, querele, provocazioni da parte dei fascisti (a cui abbiamo risposto con i fatti, non con le chiacchiere) ci sentiamo in dovere verso i nostri compagni e verso chi si sta avvicinando alla militanza rivoluzionaria, di fare brevemente chiarezza.

IL FASCISTA E' AL SERVIZIO DEL PADRONE

La natura del fascismo è strettamente legata al sistema capitalistico. Il fascismo non è un movimento a sè, nè tantomeno "rivoluzionario" come vogliono essi darla a bere. Il fascismo è il braccio armato irregolare del capitalismo. L'ancora di salvezza della borghesia nei suoi periodi più duri. Non siamo noi a dirlo, ma è la storia.
La lotta antifascista rappresenta una parte centrale della lotta al capitalismo, e se vogliamo una delle più ardue e cruente.
Come ricorda Trotsky: "Il fascismo non è nient'altro che la reazione del capitalismo".
Nella crisi di sistema che stiamo attraversando, la borghesia sta favorendo il risorgere delle forze più reazionarie che sembravano distrutte in passato.
Alba dorata in Grecia (colpevole di pestaggi ed omicidi), il Front National in Francia, Jobbik in Ungheria, Pravyi Sektor in Ucraina... non sono un caso, ma necessità ad un sistema in decomposizione. L'agonia mortale del capitalismo genera il fascismo, esso va schiacciato. Senza sè e senza ma.

PERCHE' IL GESTO DI MARINA ALBIOL E' FUORVIANTE?

Perchè illude le nuove generazioni di battersi contro il fascismo in maniera "democratica", istituzionale, senza sporcarsi le mani. Questo favorisce il fascismo. Questo è garantirgli l'impunità.
Affidarsi alle istituzioni non è mai stata cosa buona, specie se si tratta di antifascismo.
Lo stesso simbolo in quell'aula è stato fuori luogo.
Il gesto di Marina Albiol puzza un miglio lontano di radicalismo in salsa democratica, raffigurante una generazione di "anticapitalisti" con la faccia pulita e le mani morbide... convinti che infilare la scheda con una x sul progressismo democratico risolva i problemi dei deboli, arginando i picchiatori. Stronzate!
L'antifascismo si fa con le mani che prudono...
                                                                                               PCL Frosinone



                                                                                                   

giovedì 10 luglio 2014

ALZIAMO LA BANDIERA PALESTINESE

 


In queste ore lo Stato Sionista e il suo attuale governo Netanyahu stanno preparando l'ennesima rappresaglia contro il popolo palestinese. L'uccisione di tra ragazzi israeliani per mano di ignoti sequestratori è il nuovo pretesto dell' aggressione annunciata. In Cisgiordania sono in corso da settimane rastrellamenti, arresti, uccisioni di attivisti palestinesi dietro il pretesto della “ricerca dei responsabili”. Ora si annuncia al mondo la punizione di Gaza, dove i bombardamenti cosiddetti mirati hanno già prodotto morti civili e terrore. La memoria delle operazioni di guerra sionista “Piombo fuso”( 2008) e “Pilastro di Difesa” (2012) è ben impressa negli occhi e nel dolore della popolazione araba di Gaza e della Palestina.

I sepolcri imbiancati dell'imperialismo democratico occidentale già coprono preventivamente la nuova aggressione annunciata del sionismo. L'orrore ( reale) dell'uccisione a freddo dei tre ragazzi israeliani, diventa la bandiera della legittimazione della vendetta. Della comprensione preventiva dell'assassinio pianificato, rivendicato, esaltato, indiscriminato, di attivisti e civili palestinesi, donne, bambini, anziani. Dentro la rappresentazione capovolta del mondo e della verità che vede un popolo di profughi nella propria terra, privato di tutto, in veste di oppressore sanguinario; e uno Stato coloniale e gendarme, armato sino ai denti, che nega loro ogni diritto alla vita, nei panni di povera vittima della barbarie araba.

Contro questa rivoltante menzogna e ipocrisia che abbraccia tutte le forze politiche e intellettuali dello stesso imperialismo italiano, il PCL alza tanto più oggi la bandiera palestinese. Denuncia la natura reazionaria del sionismo, che calpesta la migliore tradizione democratica del popolo ebraico. Rivendica il diritto al ritorno dei palestinesi nella propria terra, da cui furono cacciati col più spietato terrore: e quindi la dissoluzione, per via rivoluzionaria, dello stato sionista d'Israele, della sua potenza militare, dei suoi fondamenti giuridici confessionali e razziali ( negazione del diritto al ritorno dei palestinesi; discriminazione giuridica degli arabi all'interno dello stesso Stato di Israele; diritto all'espansionismo permanente ebraico in Palestina attraverso l'automatica cittadinanza israeliana ad ogni ebreo che ne faccia richiesta; pratica sempre più ampia degli insediamenti coloniali nelle terre occupate; negazione dei diritti più elementari di terra, acqua, casa, per i palestinesi dei territori e dei campi profughi.).

 

Solo una sollevazione rivoluzionaria del popolo di Palestina, dentro una più generale sollevazione araba contro il sionismo e contro le borghesie nazionali arabe sue alleate, può garantire la liberazione della Palestina e il diritto di piena autodeterminazione del suo popolo. Solo questa prospettiva di lotta può sbarrare la strada al fondamentalismo integralista islamico, vecchio e nuovo, tra le stesse fila dei palestinesi. Solo questa prospettiva può realizzare uno Stato Palestinese laico, democratico, socialista dentro una Federazione socialista araba e del Medio Oriente. Solo questa prospettiva può dare una sponda progressiva e coerente a tutte le forze del mondo ebraico che vogliano liberare la stessa tradizione democratica e antifascista ebraica dal sionismo che l'ha sequestrata: i diritti nazionali della minoranza ebraica saranno salvaguardati entro il rispetto dei diritti storici di autodeterminazione dei palestinesi, non contro di essi .
E' imbarazzante su tutto questo il silenzio e il balbettio delle sinistre italiane ( SEL, PRC). Subalterne culturalmente all'opzione truffa “Due popoli, due Stati”, che le accomuna all'universo politico borghese. Subalterne alla attuali direzioni e rappresentanze politiche maggioritarie palestinesi, che sono o complici del sionismo ( Abu Mazen) o fondamentaliste reazionarie( Hamas). Ma soprattutto preoccupate del fatto che una propria opposizione al Sionismo, possa escluderle da ogni prospettiva di governo a braccetto col PD, o comunque dalla “comunità politica” della democrazia borghese, italiana ed europea.

Il PCL rifiuta questa subordinazione. Propone un'immediata mobilitazione sotto le ambasciate e consolati israeliani contro le annunciate operazioni di guerra. Denuncia le aggressioni squadriste che bande sioniste hanno ieri realizzato a Roma contro attivisti filo palestinesi, nel silenzio generale della “stampa democratica” e dei media. Rivendica il diritto di autodifesa delle azioni di protesta a fianco dei palestinesi contro ogni aggressione squadrista/sionista.


PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI