martedì 25 marzo 2014

                           UNO SGUARDO ALLA TURCHIA.



Sviluppo economico e opposizione di piazza.

Quando di parla di rivolte turche, la mente ricorre sempre ai fatti di Gezi Park rappresentando per molti la vera causa dell'inizio di una grande mobilitazione popolare antigovernativa.
Da marxisti, un semplice fatto del genere ( sia pure di una certa importanza) non ci basta ad inquadrare le ragioni delle mobilitazioni e dei furiosi riot turchi.
Il centro commerciale al posto degli alberi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma ciò che lo ha riempito è stata il poderoso sviluppo capitalistico che ha messo in risalto tra le masse alcune contraddizioni del sistema.
Il partito di Erdogan Giustizia e Sviluppo ha trainato la Turchia al di fuori della crisi finanziaria che colpì il paese nel 2002, iniziando uno sviluppo decennale che ha portato ad una crescita molto alta, facendo della nazione turca la diciassettesima nazione per Pil.
Intanto la stabilità della moneta e il costo relativamente basso della forza-lavoro ha portato la borghesia transnazionale a dirottare dei capitali sul suolo turco, favorendo produttività e speculazioni .
Il capitalismo nelle fasi di crescita, tutto sommato, non rende la vita migliore di quando è in crisi, provocando delle grandi differenze sociali, tra chi investe e beneficia di capitale straniero e speculazioni e chi invece è costretto a vendere la propria forza lavoro a basso costo.
Problemi non sono presenti soltanto nella classe operaia, ma anche nelle sfere della piccola borghesia legata al pubblico impiego, colpita da grandi licenziamenti.
Completa il quadro il processo di islamizzazione portato avanti da Erdogan, distruggendo la poca laicità rimasta nel paese...
I nodi sono venuti al pettine, e le masse turche sono in uno stato di grande agitazione, esprimendo soluzioni politiche in contrasto tra loro.

Una piazza variegata.

La piazza delle rivolte turche è molto variegata. Sono presenti in piazza, tutte  le componenti della sinistra borghese liberale in contrasto con la politica di Erdogan di islamizzazione.
Fanno parte di essa quelle correnti politiche di tradizione laica come i socialisti e i radicali.
Per quanto riguarda l'ala comunista e proletaria in piazza ci sono molte componenti, che vanno dal marxismo-leninismo in senso classico (TKP) ad un maoismo meno di maniera e più radicale nel confronto aperto ed infine alcune formazioni molto combattive, seppur di piccole dimensioni come il DIP, marxista rivoluzionario e alcune frange che guardano con interesse all'anarchismo.
Per quanto riguarda la classe operaia è rimasta un poco in disparte nelle rivolte delle grandi piazze, tuttavia la presenza operaia e proletaria si è sentita nei quartieri, respingendo la crescente militarizzazione di essi voluta dal governo.
In ultima analisi ci troviamo davanti a delle rivolte "popolari" non ancora mature, con evidenti contraddizioni interne, ma con una presenza proletaria non sottovalutabile.
Le frange più radicali della contestazione si sono attrezzate a dovere nel combattere la repressione di piazza, la presenza di grandi masse in lotta rende possibili mobilitazioni improvvise e spontanee che sempre culminano nello scontro. Vero, di massa.
E' proprio questa componente di massa che ci fa guardare con interesse ai processi turchi, traendo insegnamento proprio a partire dal suo carattere radicale.
La violenza espressa dalle masse o da avanguardie ad esse saldate rendono la Turchia, con tutte le sue grandi contraddizioni, uno scenario a cui guardare con attenzione.
Come fu per la Grecia, e in minor misura come sta avvenendo per la Spagna.

Concludendo il carattere di massa delle rivolte turche è il fattore più positivo che riscontriamo, all'avanguardia operaia rivoluzionaria il compito di trasportare la classe operaia all'interno dei grandi riot, conquistando una egemonia su di essa  al fine di realizzare la composizione delle grandi masse turche attorno alla classe operaia.
Questo il compito che si è prefisso il DIP (CRQI), questa è la soluzione a cui guardiamo.

                                                                                                                     L.T.-PCL Frosinone

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